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ANNO DI APPROVAZIONE 1995 |
TITOLO PROCOM. New skills and new capabilities for professional competence |
CONTRAENTE I.P.S.I.A. CIMINO V.G. da Cremona, 23 26100 Cremona Tel. 0372/457604/35179 Fax 0372/457003 |
SETTORE III |
MISURA 2.A/132 |
DURATA 1 anno |
PERSONA DA CONTATTARE Fabiano Penotti |
PARTENARIATO (nazionale/transnazionale) TAVISTOCK INSTITUTE (Regno Unito) - ASFODEL (Francia) - ISVOR FIAT (Italia) |
SETTORE INTERVENTO PMI/GI |
IMPATTO PREVISTO Dialogo sociale/Regionale/Produttivo |
PAROLE CHIAVE Piccola e media impresa/ Alternanza/ Cambiamenti organizzativi/ Competenze professionali/ Competenze trasversali/ Integrazione sistemi |
OBIETTIVI
* Analizzare i processi fondamentali (produzione e manutenzione) che avvengono nelle grandi imprese, al fine di individuare le competenze professionali occorrenti in termini di conoscenze e abilità generali e specifiche e di analizzarne la trasferibilità nel campo delle PMI. * Studiare i curricula scolastici per lo sviluppo di tali competenze. |
BENEFICIARI
* PMI. * Grandi Imprese. * Sistema Educativo. |
PRODOTTI REALIZZATI O IN FASE DI REALIZZAZIONE
Lo studio conclulso dal partenariato ha permesso, da un lato di verificare gli spazi di cooperazione tra mondi sostanzialmente ancora molto distanti (scuola, ricerca, impresa), e quindi di validare la scelta di ricercare la multiattorialità come condizione di efficacia ed efficienza per lo sviluppo di iniziative Leonardo da Vinci, e, dall'altro di sperimentare sul tema dell'analisi delle competenze professionali e dei bisogni formativi paradigmi teorici di riferimento e strumenti di lettura dei fenomeni relativamente nuovi. L'I.P.S.I.A. Cimino ha svolto principalmente un ruolo di coordinamento tecnico, tanto nelle fasi preparatorie del progetto, quanto nella fase di diffusione e trasferimento dei risultati, mentre ISVOR FIAT, ASFODEL e Tavistok Institute hanno utilizzato le proprie competenze soprattutto sul piano scientifico e nel corso della ricerca sul campo. La ricerca realizzata è finalizzata a definire gli elementi trasversali delle competenze professionali, con particolare riferimento alla capacità di "problem solving". Si tratta di un approfondimento proposto in termini esemplificatori, dal momento che tale capacità non è certamente l'unica alla quale si associa una valenza di trasversalità. Lo studio inizia con un capitolo introduttivo, all'interno del quale si cerca di arrivare ad una definizione funzionale del concetto di competenza professionale (Boccalari, Taylor). Si tratta di approcci relativamente recenti, particolarmente centrati sull'utilizzo della variabile performance efficiente in situazione di lavoro. Questo paradigma giustifica la scelta di considerare il problem solving come una delle competenze centrali da sviluppare nei processi di formazione dei lavoratori (Soden). Lo studio prosegue presentando alcuni approcci relativi all'analisi dei processi di acquisizione delle competenze da parte dei lavoratori (i cinque stadi di Dreyfus,1986, ad.es.). Il secondo capitolo entra sul terreno delle implicazioni per i diversi soggetti che sono coinvolti nei processi formativi (scuola e azienda, in particolare), evidenziando ruoli e condizioni per lo sviluppo della capacità di problem solving. La bibliografia che chiude il capitolo è recente e sufficientemente vasta perché il lettore possa trarne stimoli di approfondimenti, specialmente in tema di integrazione tra processi educativi e produttivi. L'analisi delle U.T.E. (Unità Tecnologiche Elementari), come luoghi di coordinamento, controllo e presa di decisione nelle grandi aziende, resa possibile dallo studio di casi realizzati ad esempio in Fiat Auto, costituisce il terzo capitolo della ricerca. Si tratta di un capitolo centrale nell'economia complessiva dello studio, all'interno del quale trova spazio la giustificazione dell'uso della metodologia adottata. Si tratta di un approccio etnografico, che, utilizzando tecniche di learning audit, consente di tenere sotto controllo simultaneamente variabili organizzative, tecniche e culturali nell'analizzare le caratteristiche delle competenze possedute e da sviluppare nei lavoratori e nelle aziende coinvolti. Il problema della necessità di trasferire nelle piccole e medie imprese l'attenzione verso i processi di problem solving è affrontato nel capitolo 4, attraverso la presentazione di uno studio di caso realizzato presso una azienda con 35 addetti. Un esempio di stesura di mappe delle Competenze conclude il capitolo 5, interamente dedicato allo studio dei processi formativi attivabili in ambiente scolastico per sviluppare al capacità di problem solving. La ricerca si conclude con un capitolo che preconizza la realizzazione di strumenti (nel caso di specie, un software di simulazione) in grado di facilitare tanto i processi di apprendimento, quanto quelli più direttamente collegati alle fasi produttive. In termini estremamente sintetici, il ricorso alla simulazione come metodo è considerato come il più adeguato, utilizzando contesti e scenari virtuali particolarmente prossimi alla realtà di cui si ha una conoscenza empatica elevata. Le conclusioni sono piuttosto interessanti, dal momento che le direttrici di lavoro sembrano percorribili nel breve e vanno verso una integrazione sempre maggiore tra impresa e scuola. Nella sua versione definitiva, il testo è disponibile in lingua inglese, anche se ogni partner si occuperà della sua traduzione in lingua nazionale. I risultati dello studio, sono stati raccolti in un libro, per la cui consultazione ci si può rivolgere alla struttura contraente. Destinatari della pubblicazione sono, oltre alle aziende che hanno contribuito alla sua realizzazione e ai partner coinvolti, gli Istituti scolastici che fanno parte del sistema educativo nazionale, e la stampa specializzata per la opportuna divulgazione in forma di abstract. |